venerdì 1 febbraio 2013

VIOLENZA INTRAFAMILIARE E POTERE ECONOMICO.

In questi giorni una "nostra mamma" è stata intervistata dall'ANSA per commentare la notizia della sentenza di Strasburgo (sulla sentenza leggi qui un articolo: http://www.lastampa.it/2013/01/30/italia/cronache/l-italia-non-garantisce-i-padri-divorziati-cdlHp9ey0K5BYhJWAwDbRM/pagina.html). E questa è l'intervista alla mamma Silvia Pera:

http://www.ansamed.it/web/notizie/videogallery/italia/2013/01/30/Sentenza-papa-separati-madre-ok-ma-slogan-pubblicitario_8162374.html


ORA.

ora.

Ora.

A parte che il titolo dell'articolo fa esclusivo riferimento ai padri, defraudati del diritto (leggittimo) a "viversi"  i propri figli (e mi chiedo perchè si punti l'attenzione -finanche nell'impostazione di una frase- ancora sul diritto violato del padre e non su quello della figlia a "viversi" il padre) il punto è che ben presto orde di malaffaristi del pensiero si sono accaniti ad avallare, con questa sentenza, la tesi della modifica alla legge 54/06, contenuta nel famoso DDL 957. Per inciso, e brevemente, le modifiche in questione sarebbero relative a:

  1. introduzione del doppio domicilio (sempre, a prescindere dalle situazioni soggettive e dalla volontà anche dei bambini: il doppio domicilio è, per i sostenitori del ddl 957, un dovere dei separandi in funzione del concetto della bigenitorialità)
  2. mantenimento diretto (cioè: che le donne guadagnino statisticamente di meno o che abbiano avuto meno opportunità di inserimento lavorativo -anche e soprattutto perchè ogni gravidanza rappresenta un attentato all'automantenimento delle stesse- è una mera invenzione delle streghe femministe)
  3. accettazione pacifica della PAS e della "sindrome della madre malevola" (TADà!! Se sei madre ne soffri certamente in latenza, se non lo sei hai la sindrome della non accettazione, nel frattempo ti subisci l'infelice destino dovuto all'esclusivo impazzimento ormonale che colpisce ogni donna. E poi non venitemi a dire che non è un pensiero ontologicamente misogino e tipicamente da medioevo mentale).
 Tuttavia, chiunque può benissimo e facilmente fare una autonoma ricerca sul decreto in questione.
Dato che siamo in pieno periodo elettorale,  chiedo ai rappresentanti dei vari partiti e movimenti politici di esprimersi chiaramente al riguardo, così che una questione tanto importante diventi finalmente un atto di consapevolezza collettivo e un inizio di riflessione seria sulle dinamiche che determinano, nel nocciolo, le disparità sociali di genere, vero corroborante al femminicidio. Cito, in conclusione, Elvira Reale (direttrice del Centro Clinico sul maltrattamento delle donne presso la U.O. di Psicologia Clinica -ASL Na 1- e responsabile del Centro ascolto antiviolenza del Pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo di Napoli):

“Nessuno nega il principio della bigenitorialità, come quello delle pari opportunità che vogliamo solo ricordare, per rispetto della storia, essere stato professato dai movimenti delle donne per equilibrare in tutti i settori – economici, politici e sociali – il loro diritto violato alla parità con gli uomini. Come donne conosciamo bene il disagio di chi conta meno o è valutato meno nel rapporto con le istituzioni, quindi siamo le prime a volere un diritto alla bigenitorilaità che sia finalmente diritto alla paternità responsabile e condivisione dei compiti domestici e di cura (gli uomini in Italia sono gli ultimi nella classifica europea in termini di ore prestate al lavoro domestico e di cura). Giova alle donne la condivisione e la bigenitorialità prima che agli uomini. Detto questo, siamo legittimate più degli uomini, a parlare di mobbing genitoriale o familiare – ma non certo della sindrome della PAS che è una vera invenzione non riconosciuta scientificamente – perché lo strumento principale su cui si fonda il mobbing, come d’altra parte quello lavorativo, è il detenere una posizione di potere con maggior potere economico, posizione che ancora oggi in questo contesto sociale è detenuta più dagli uomini, che non dalle donne. Ecco un esempio di mobbing genitoriale, che non ha niente a che vedere con la PAS ed i supposti criteri della sindrome, ma si fonda su elementi molto concreti e concretamente comprovabili da tutti. [....]
Infine come donne sappiamo molto bene, e lo sa bene anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite, come l’origine della violenza degli uomini sia nel dislivello di potere sociale ed economico tra i due sessi. Questa differenza di potere è quindi causa della peggiore delle violenze al mondo: quella intrafamiliare" ( FONTE: http://blog.ilmanifesto.it/antiviolenza/2012/06/19/pas-no-mobbing-genitoriale/)

Vittoria Camboni.

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