(Ecco. Se non bastasse il buon senso.)
COMUNICATO UFFICIALE DELLA WAIMH SUL
DOPPIO DOMICILIO
La Waimh (Associazione internazionale per
la sanità mentale infantile) è un organismo scientifico dagli obiettivi
multipli: ricerca, trasmissione delle conoscenze nel campo della prima
infanzia, promozione di azioni cliniche e terapeutiche.
Ecco il
comunicato ufficiale della WAIMH Francofona:
(http://www.lenfantdabord.org/wp-content/uploads/2012/10/WAIMH-residence_alternee1.pdf)
“Lunedi , 1 ottobre 2012.
Considerando che la residenza
alternata è diventata oggetto di acceso dibattito nell’attuale società e che
essa concerne un numero crescente di bambini piccoli, è tempo di prendere una
posizione volta a proteggere lo sviluppo dei bambini.
La vocazione della WAIMH Francofona
è quella di esprimere pareri sui neonati e i bambini. E’ a questo titolo che la
sua posizione è precisata nel testo che segue.
Inizialmente la residenza alternata è
stata prevista al fine di permettere una migliore presa in carico degli
adolescenti dai loro padri, in un contesto sociologico in cui l’uguaglianza dei
diritti e l’equivalenza padre-madre erano confusi.
Di conseguenza, sulla scia
dell’apparente uguaglianza dei diritti sui bambini, l’applicazione della
legge, dal marzo 2002, è stata estesa a tutti i bambini, qualunque sia la loro
età e senza attenzione ai loro bisogni fondamentali e alla dinamica del loro
sviluppo. Ora, questa estensione ha conseguenze deleterie sul loro stato
psichico, che è spesso non considerato dietro i propositi generali.
Infatti, il neonato e il bambino
piccolo hanno dei bisogni specifici di continuità e di coerenza che non sono
riducibili a una semplice divisione temporale, sotto pena di nuocere gravemente
allo sviluppo e alla genesi del legame reciproco che si tesse in modo
differente tra il bambino, sua madre e suo padre, sin dalla gravidanza.
Questa
analisi è sottintesa dagli elaborati provenienti da diverse materie:
psicoanalisi, eziologia, teoria dell’attaccamento, neuroscienze..
Dall’insieme
di questi elementi scientifici, ne derivano attualmente i seguenti punti basilari:
- Il legami del bambino con la madre e con il padre sono qualitativamente diversi e indiscutibilmente complementari;
- Per una relazione stabile e ottimale, il bambino ha bisogno di una relazione stabile e continua, fonte di sicurezza, con una figura principale (referente principale); tale relazione si instaura preferenzialmente con la madre in continuità del legame prenatale, in normali condizioni di sviluppo;
- Il ruolo del padre in seno alle interazioni precoci e primordiali, in quanto egli propone una specifica modalità relazionale di cui beneficiano sia il bambino, nella sua apertura alla diversità, sia il padre stesso, nella costruzione della sua paternità;
- Il padre può rivestire il ruolo di referente principale qualora le capacità psicologiche e relazionali della madre siano deficitarie e qualora egli stesso sia adatto a tale funzione;
- Infine, la distinzione tra il ruolo paterno e il ruolo materno non significa che il bambino amerà l’uno meno che l’altro;
In
caso di separazione, possono presentarsi molteplici tipi di situazioni.
Una
prima situazione nella
quale, malgrado la loro separazione,i genitori si intendono sufficientemente
per cooperare e per uniformare le abitudini di routine dei figli.
Anche
in questi casi, è importante porre attenzione alla modalità di collocamento per
garantire la continuità di relazione tra il bambino e la figura referente
principale; se quest’ultima è rappresentata dalla madre, come nella maggioranza
dei casi,l’accesso del padre al bambino deve essere mantenuto solo ad un ritmo
e per una durata appropriati.
Considerare il ruolo della figura principale di riferimento vuol dire
chiedere al padre una generosità esemplare.
I
problemi non sono gli stessi nel primo, secondo e terzo anno di vita. Da qui
l’importanza di fare riferimento al calendario di Brazelton, modificato da M.
Berger e J. Phélip (allegato 1). Per esempio, in questa prospettiva, fino
all’età di almeno due anni, se i collocamenti notturni non sono regolari,
devono essere evitati in quanto potrebbero essere la fonte di turbe psichiche o
psicosomatiche, forse durevoli, nel bambino.
Le
ricerche concordano nel sostenere che per i bambini piccoli la residenza
alternata non è raccomandata anche in caso di accordo tra i genitori.
Una
seconda situazione è più frequente: i
genitori sono in conflitto. In questi casi, con il falso pretesto
dell’uguaglianza dei diritti, il bambino è letteralmente preso in ostaggio
nella guerra tra i genitori, che lo usano come intermediario. I segni di
sofferenza psichica ( sentimenti di insicurezza, angoscia d’abbandono, disturbi
del sonno, sguardo vuoto, aggressività, costernazione, blocco emotivo, arresto
relazionale ) aumentano in ragione della conflittualità a cui assistono e nella
quale si trovano coinvolti.
Nei
casi di conflitto cronico tra i genitori,tenendo conto dell’età del
bambino, si dovrà usare ancora del
calendario di Brazelton, rivisto da M. Berger (2012).
Bisogna
considerare il consesso delle
pubblicazioni, tutte concordi sul fatto che la residenza alternata è
sconsigliata nei casi di elevata conflittualità, qualunque sia l’età del
bambino.
Davanti
all’insieme di queste pubblicazioni, è necessario difendere le seguenti
posizioni:
- La legge del 2002 deve essere riformata (così come è stato in Svezia, Danimarca e in California) per essere integrata con le precauzioni minime principali, quali la considerazione dell’età, dello sviluppo psicoaffettivo dei bambini e il conflitto genitoriale: tutti elementi determinanti da prendere in considerazione in tutte le decisioni relative all’affido di un bambino. La filosofia indicata ai giudici chiamati a prendere queste decisioni, deriva dall’importanza del bisogno di stabilità per il bambino ed è tanto più necessaria quanto più è piccolo. L Gauthier dichiara che “la legge deve mettersi all’orologio psichico del bambino”. E’ necessario ricordare che l’autorità genitoriale è un diritto-funzione definito dai suoi fini, in particolare permettere lo sviluppo del bambino, nel rispetto dovuto alla sua persona (art. 371-1 del Codice Civile) e non per suo tramite;
- L’utilizzo del concetto di “sindrome di alienazione parentale” non può mai servire come motivo fondamentale per giustificare la residenza alternata. Ricordiamoci che questo concetto non presenta nessuno dei criteri che permettono di definirlo in modo scientifico. Per questo è stata rifiutata la sua iscrizione al DSM V da parte della comunità scientifica internazionale;
- È necessario creare un diploma universitario (DIU), interdisciplinario, per i professionisti che si confrontano con le situazioni di residenza alternata, accompagnato da una formazione permanente annuale;
- E’ necessario mettere in opera e sostenere le ricerche e le azioni nel campo;
La
giornata di venerdi 4 ottobre 2013 organizzata
dalla WAIMH Francofona a Parigi sarà l’occasione per approfondire questi
propositi e di favorirne la diffusione verso i professionisti, le Istituzioni e
le famiglie.
Professor
Sylvain Missonnier e Professor Pierre Delion della WAIMH Francofona.
Professor
Bernard Golse, ultimo Presidente della WAIMH Francofona.
Il
gruppo di lavoro “residenza alternata”della WAIMH francofona, coordinato da
Anais Mechali, segretaria scientifica.
DOCUMENTI
COMPLEMENTARI
- Testi di riferimento
- Allegato 1: Calendario di Brazelton, versione attualizzata al Settembre 2012
- Contatti
- Testi di riferimento
Australian Association for Infant Mental Health Inc
(AAIMHI), branca australiana della WAIMH.
Linee guida: Bambini e cure notturne-post separazione
e divorzio (2011)
http://www.aaimhi.org/inewsfiles/AAIMHI
Guideline 1
Infants and overnight care post separation and
divorce.pdf
Berger M., Ciccone A., Guedeney N., Rottman H. (2004).
La residenza alternata per i bambini di meno di sei
anni: una situazione ad alto rischio psichico. Devenir, 16, 3, 213-228.
Delion P. e Missonnier S., co-presidenti: Comunicato
della WAIMH francofona sulla proposta di legge 2009 dei deputati Maille e
Decool per la residenza alternata automatica, 19 maggio 2009.
Delion P. e Missonnier S., co-presidenti della WAIMH
francofona: Lettera indirizzata all’assemblea dei deputati in seguito alla
seconda presentazione del progetto di legge per la residenza alternata
automatica, ad opera dei deputati Maillé, Decool, Delatte, nel Settembre 2011.
Golse, B. (2011), La residenza alternata o l’interesse
principale degli adulti. Articolo su Le Monde, 15 Dicembre 2011.
McIntosch J.
(2011). Considerazioni particolari sui lattanti e sui bambini durante la
separazione o il divorzio: interrogazioni sulla crescita dei bambini nel contesto del diritto di famiglia. In
Tremblay R.E. (dir.), Enciclopedie sullo sviluppo dei bambini molto piccoli
CEDJE (su internet).
Phèlip J., Berger M., (2012). Divorzio e separazione:
I bambini sono protetti? Parigi, Dunod.
- Allegato 1
Calendario di Brazelton
Pag. 243-246 del lavoro di J. Phélip &
M. Berger M., (2012, Divorzio e separazione: i bambini sono protetti?Parigi,
Dunod. Versione attualizzata al Settembre 2012)
Calendario di Brazelton
Una prima versione di questo calendario è
stata presentata nel 2004 da M. Berger,
A. Ciccone, N. Guedeney, H. Rottman. L’esperienza quotidiana e la valutazione
delle ricerche recenti (McIntosch J. 2011) rilevano la necessità di apportarvi
delle rivisitazioni nel 2012 (M. Berger).
Come proporre una disposizione che
permette a un bambino di beneficiare il più spesso possibile della presenza di
suo padre e, nello stesso momento, senza creare una discontinuità
pregiudizievole nella sua relazione con la madre? E’ evidente che tale domanda
non si pone se sia il padre che la madre hanno sufficienti capacità educative.
Se la madre presenta importanti turbe della personalità che ostacolano la sua
relazione con il bambino(depressione grave, delirio, tossicomania ecc..) mentre
il padre vi è indenne, la collocazione principale dovrebbe essere presso
quest’ultimo. Proponiamo di scandire il ritmo dei contatti sotto la forma di
diritto di collocamento graduale, da attuare nelle modalità che seguono.
Utilizzo di un calendario.
E’ destinato, in particolare, alle
situazioni di non intesa tra i genitori e cerca di rispondere al principio di
precauzione relativo allo sviluppo del bambino. Questo calendario, che si
ispira direttamente ai lavori di Brazelton e Greenspam (due ricercatori clinici
conosciuti in tutto il mondo per i loro lavori sullo sviluppo psicologico dei
bambini piccoli) prende come ipotesi la situazione più frequente, dove la madre è responsabile delle
prime cure (si invertirà se è il padre che ha dovuto assumersi questo compito,
in seguito all’incapacità psicologica della madre). Questo calendario sarà misurato e attenuato in base alla non-
conflittualità della coppia, alla capacità del bambino di sopportare il
cambiamento, all’investimento del padre nelle prime cure e in base al fatto di
essersi occupato da solo del bambino
durante la notte (ad esempio per motivi di lavoro della madre). Questa è la
ragione per cui tutti gli autori indicano che “alcun modello può essere adatto
a tutte le famiglie”. E’ da sottolineare, inoltre, che questo calendario
introduce un problema importante per la madre, che non può allontanarsi per
molto tempo dai luoghi del padre, al fine
di non privare il bambino della presenza dello stesso.
Da 0 a 2 anni.
E’ il
periodo più complesso perché i bisogni di sicurezza di un neonato non sono gli
stessi a 2 mesi, 8 mesi, 12 mesi. Conseguentemente abbiamo introdotto delle gradualità in questo
periodo, rispetto al calendario iniziale di Brazelton. Inoltre, l’eventuale
allattamento in corso limita le possibilità di allontanamento dal domicilio
materno. Si pone anche la questione della distanza del domicilio dei parenti,
se sono lontani. E’ necessario dire chiaramente che la nostra società non è
capace di guardare in faccia questo problema, che è sempre più frequente, e di
proporre delle soluzioni adatte.
Il bambino potrà incontrare suo padre dalle due alle
tre volte per settimana, senza passare la notte con lui: per una durata di due o tre ore due volte per
settimana fino all’età di sei mesi, successivamente tre ore per tre volte. Due
di queste mezze giornate saranno eventualmente raggruppabili in una sola
giornata all’inizio dei dodici mesi. Il problema è il luogo in caso di
lontananza di domicilio;in questo caso è necessario trovare una terza persona
non implicata nel conflitto, se esiste un disaccordo riguardo alla
collocazione: casa di un nonno, un amico comune, la baby sitter o la puericultrice.
Si potrebbe proporre, per il futuro, che possa prevedersi un luogo legalmente
riconosciuto a questo scopo.
Da 2 a 4 anni.
A partire da due anni e a condizione che il bambino
sia ben familiarizzato con la casa paterna, si potrà aggiungere a queste due o
tre mezze giornate una notte per settimana, senza che passi più di un giorno e
mezzo dalla separazione con la madre.
Da 4 a 6 anni.
Il bambino potrà essere collocato presso il padre un
weekend (due giorni e due notti) ogni quindici giorni, e una giornata infrasettimanale ogni due
settimane nelle settimane in cui non è collocato presso il padre durante il
weekend, in modo che il bambino incontri suo padre tutte le settimane.
Questa “giornata” può svolgersi a pranzo o a cena, e
poi il bambino tornerà a dormire presso la madre.
A questo proposito, si deve sottolineare che una notte
infrasettimanale (ad esempio martedi o mercoledi) tutte le settimane, spezza
troppo i ritmi del bambino e che non è durante la notte che un padre crea dei
legami con il figlio, come avviene nella partecipazione alle attività e nei
momenti di discussione con lui.
A questo si aggiunga la metà delle vacanze
scolastiche, senza superare 15 giorni consecutivi a casa del padre e a
condizione di mantenere dei contatti sufficienti (ma non intrusivi) con la
madre, e viceversa.
Questo calendario è utilizzato in caso di conflitto
coniugale importante da diversi tribunali americani (King County Family Court
Service, 1989; Spokane County Superior Court, 1996).
Elasticità del calendario
Il calendario può essere reso più elastico se i
genitori avviano un procedimento
congiunto, che li spingerà ad una coogenitorialità la meno conflittuale
possibile. In questo caso, sarebbe interessante che uno specialista
dell’infanzia competente in materia di separazione parentale (psicologo o
psichiatra) valuti la relazione padre-bambino o madre-bambino, ricevendo ogni genitore col figlio. Questo
specialista dovrà rivalutare la situazione a intervalli regolari, alfine di
constatare l’adeguamento ad una modalità di affido compatibile con lo sviluppo
psicoaffettivo del bambino. Si rende
dunque necessaria la creazione di uno specifico diploma universitario
“Valutazione e supervisione nelle situazioni di separazione/divorzio
relativamente ai bambini piccoli”, considerata
la frequenza delle separazioni attuali. Successivamente al conseguimento del
diploma, i diplomati dovranno
seguire una formazione permanente
annuale.
- Contatti
Waimh francophone
http://www.psynem.org/Hebergement/Waimh
Francophone
Pr. Pierre
DELION: p-delion@chru-lille.fr
Pr. Sylvain
MISSONNIER:
secwaimhf@noos.fr
(V. C.)